La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore; l’anima mia era presa da timore, ma anche da gioia grande. Dopo un istante, Gesù mi disse: “Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù, confido in Te. Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima, che venererà quest’immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici.
(...) Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la Mia grande Misericordia per le anime dei peccatori.”
(...) Una volta che mi sentivo tremendamente stanca per le molte difficoltà che avevo per il fatto che Gesù mi parlava ed esigeva che venisse dipinta quell’immagine, decisi fra di me fermamente di chiedere al Padre Andrasz, prima dei voti perpetui, di sciogliermi da quelle ispirazioni interiori e dall’obbligo di dipingere quell’immagine. Ascoltata la confessione, il Padre Andrasz mi diede questa riposta: “Non la sciolgo da nulla, sorella, e non le é permesso sottrarsi a queste ispirazioni interiori, ma deve assolutamente parlare di tutto al confessore, nel modo più assoluto, altrimenti andrà fuori strada, nonostante queste grandi grazie del Signore. In questo periodo lei si confessa da me, ma sappia bene che deve avere un confessore fisso, cioè un direttore spirituale”. Ne rimasi enormemente mortificata. Pensavo di potermi liberare da tutto, ed invece era avvenuto proprio il contrario: ora avevo l’ordine esplicito di ubbidire alla richiesta di Gesù.
E di nuovo il tormento di non avere un confessore fisso.
(...) Tuttavia la bontà di Gesù è infinita. Mi aveva promesso un aiuto visibile in terra e l’ho ricevuto dopo poco tempo a Vilnius. Ho riconosciuto in Don Sopocko quell’aiuto divino. L’avevo conosciuto prima di arrivare a Vilnius grazie ad una visione interiore.
Un giorno lo vidi nella nostra cappella tra l’altare ed il confessionale. Avevo udito improvvisamente nel mio intimo una voce: “Ecco l’aiuto visibile per te sulla terra.
Egli ti aiuterà a fare la Mia volontà sulla terra.”
Diario di Suor Faustina
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