Domandai alla Madre Superiora il permesso di andare a «Jozefinek», per fare una visita alle suore. La Madre Superiora ci diede il permesso e subito dopo il pranzo, cominciammo a prepararci.
Le consorelle mi stavano già aspettando sulla porta del convento.
Io andai di corsa nella cella a prendere la mantellina. Ritornando dalla cella e passando vicino alla piccola cappellina, sulla soglia scorsi Gesù, il quale mi disse queste parole: «Va' pure, ma Io ti prendo il cuore». Ed all'improvviso avvertii di non avere più il cuore nel petto.
Dato che le suore mi avevano fatto osservare che dovevo andare più in fretta poiché era già tardi, me ne andai immediatamente con loro. Ma una grande insoddisfazione cominciò ad opprimermi. Una strana nostalgia s'impadronì di me.
Nessuno però, tranne il Signore, era al corrente di quello che era avvenuto nella mia anima.
Quando ci eravamo trattenute un attimo a «Jòzefinek», io dissi alle consorelle: «Torniamo a casa». Le suore chiesero di riposarsi almeno un momento, ma il mio spirito non riusciva a trovar pace. Mi giustificai dicendo che dovevamo tornare prima che si facesse buio, dato che c'è un bel tratto di strada, e tornammo subito a casa. Quando la Madre Superiora ci incontrò nel corridoio, mi domandò: «Non siete ancora partite o siete già tornate?» Risposi che eravamo già rientrate, perché non volevo tornare di sera.
Mi tolsi la mantellina e mi recai immediatamente nella piccola cappella. Appena entrai, Gesù mi disse: «Vai dalla Madre Superiora e dille che non è vero che sei tornata per essere a casa prima di sera, ma perché ti ho portato via il cuore».
Sebbene la cosa mi costasse molto, andai dalla Superiora e dissi sinceramente il motivo per il quale ero tornata così presto e chiesi perdono al Signore per tutto quello che a Lui non piace.
E subito Gesù inondò la mia anima di una grande gioia. Compresi che, all'infuori di Dio, non c’è contentezza da nessuna parte.
Diario di Suor Faustina
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