Dal Diario di Suor Faustina:
Quando mi accomiatai dalle suore e stavo già per partire, una delle suore si scusò molto con me, per avermi aiutato così poco nell'impegno che avevo, e non solo per non avermi aiutato, ma perché aveva sempre cercato di rendermelo difficoltoso.
Io però dentro di me l'avevo considerata una grande benefattrice, perché mi esercitava nella pazienza.
Mi esercitava a tal punto che una delle suore anziane si era espressa così: «Suor Faustina, o è stupida, o è santa, poiché, a dir la verità, una persona normale non sopporterebbe che qualcuno le faccia dispetti in continuazione».
Io d'altronde mi ero sempre avvicinata a lei con cortesia.
Quella suora si era talmente ostinata a mettermi i bastoni fra le ruote nel mio lavoro che, nonostante il mio impegno, era riuscita talvolta a guastare qualcosa di ciò che era stato fatto bene, come mi confessò essa stessa accomiatandosi e chiedendomi molte scuse.
Non volli entrare nel merito delle sue intenzioni, ma presi la cosa come una prova di Dio...
Rimango enormemente stupita, per il fatto che si possa avere un'invidia tanto grande.
Io vedendo il bene di qualcuno, me ne rallegro come se lo possedessi io stessa; la gioia degli altri è la mia gioia, e la sofferenza degli altri è la mia sofferenza, poiché se fosse diversamente non oserei aver rapporti con Gesù.
Lo spirito di Gesù è sempre semplice, mite, sincero; ogni malignità, invidia, ogni mancanza di benevolenza occultata sotto un sorriso di compiacenza, è un diavoletto malizioso.
Una parola dura, ma che provenga da un amore sincero, non ferisce il cuore.
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